sabato 31 marzo 2012

Mr Livingston a Roma


Non dar retta ai tuoi occhi, e non credere a quello che vedi.
Gli occhi vedono solo ciò’ che è limitato.
Guarda col tuo intelletto, e scopri quello che conoci già’,
allora imparerai come si vola.

domenica 25 marzo 2012

Ciao Antonio

Addio ad Antonio Tabucchi, per me, il più grande scrittore contemporaneo italiano.

Attratto fatalmente dai personaggi tormentati e pieni di contraddizioni, Antonio Tabucchi, morto oggi a Lisbona a 68 anni, era il più europeo degli scrittori italiani. Collaboratore di numerosi quotidiani, tra i maggiori conoscitori dell'opera dello scrittore e poeta portoghese Fernando Pessoa, deve proprio a questa passione il suo più grande successo, Sostiene Pereira.  Un romanzo-capolavoro del '94 con traduzioni in oltre 40 paesi nel mondo, vincitore dei premi Super Campiello, Scanno e Jean Monnet per la Letteratura Europea, cui Roberto Faenza si ispira per l'omonimo film del '95 interpretato da Marcello Mastroianni.


sabato 24 marzo 2012

Crema di fagioli con gamberi e pesto al basilico

Ingredienti (per 4 persone)

900 g di tris di fagioli (rossi, borlotti, cannellini) gia lessati
brodo vegetale
2 foglie di alloro
250 ml panna
8 gamberi
olio extravergine d’oliva
200 g di pesto di basilico, pepe

Preparazione:
Scaldate il tris di fagioli con il brodo e le foglie d’alloro per 10 minuti, frullate
incorporando la panna e rimettete sul fuoco per 5 minuti. Sgusciate i gamberi e
cuoceteli al vapore tenendo in caldo. Versate la crema di fagioli nel piatto di portata,
adagiatevi sopra 2 gamberi per piatto e condite con pesto leggermente diluito con olio
extravergine d’oliva ed una macinata di pepe.
A piacere accompagnate con crostoni di pane casereccio tostati.

mercoledì 21 marzo 2012

Alla Tavernetta sull'Aia di Monterado eccellenze locali e tradizione - Marche in Festa


http://www.latavernettasullaia.com/

Di ritorno dalla mia Senigallia, ecco una ricettina


POLPO AFFOGATO ALLE SUSINE

Ingredienti (per 4 persone)

1 polpo verace da 1 kg, 300 g di susine non troppo mature, 1 cucchiaio di prezzemolo tritato, 2 spicchi di aglio tritati, succo di limone, olio extravergine di oliva, sale e pepe

Preparazione:

Pulite e lavate accuratamente il polpo sotto l’acqua corrente. Lessatelo in abbondante acqua salata per circa 1 ora. Quando la sua carne risulterà tenera, scolatelo e tagliatelo a tocchetti. Scottate le susine per 3-4 minuti, privatele del nocciolo e riducetele a fettine piuttosto sottili. Preparate un condimento amalgamando al succo di limone, l’olio, un pizzico di sale e pepe; profumate con il trito di prezzemolo e d’aglio. Sistemate il polpo al centro di un piatto da portata, attorno disponetevi le susine ed irrorate il tutto con il condimento preparato.

lunedì 12 marzo 2012

Il Tortellino questa squisitezza


Il nome di tortellino (in bolognese turteléin, in modenese turtlèin) deriva dal diminutivo di tortello, dall'italiano torta.
L'odierno tortellino è verosimilmente l'erede relativamente recente di una lunga progenie nata in un ambiente povero per "riciclare" la carne avanzata dalla tavola dei nobili ricchi. Nel libro "L'economia del cittadino in villa" di Vincenzo Tanara del 1664 si descrivono dei tortellini cotti nel burro. Ancora nel 1842 il viaggiatore e bibliografo francese Antoine-Claude Pasquin (detto Valery, 1789-1847) annotava un ripieno di «sego di bue macinato, tuorli d'uovo e parmigiano», ben più rozzo dell'attuale.
Sull'origine di questo piatto esistono diverse leggende. Una tra queste fa nascere questo piatto a Castelfranco Emilia ad opera del proprietario della locanda Corona, il quale, sbirciando dal buco della serratura della stanza di una nobildonna sua ospite e rimasto tanto colpito dalla bellezza del suo ombelico, volle riprodurlo in una preparazione culinaria.
Un'altra variante della storia trae spunto dalla "Secchia rapita" del Tassoni e racconta di come ai quei tempi, una sera dopo una giornata di battaglia tra bolognesi e modenesi, Venere, Bacco e Marte trovarono ristoro presso la locanda Corona. La mattina seguente Marte e Bacco si allontanarono dalla locanda lasciando Venere dormiente; questa, al risveglio, chiamò qualcuno e il locandiere che accorse la sorprese discinta e rimase tanto impressionato dalle sue splendide forme che tornato in cucina con ancora in testa ciò che aveva visto, strappò un pezzo di sfoglia, lo riempì e ripiegò dandogli la forma dell'ombelico della dea.
Il 7 dicembre 1974 la Confraternita del Tortellino e l'Accademia Italiana della Cucina, depositarono presso la Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna la ricetta del ripieno dei tortellini, che prescrive, dentro a una sfoglia di farina e uova di 6/10 di mm, un ripieno preparato con lombo di maiale, prosciutto crudo, mortadella di Bologna, Parmigiano Reggiano, uova e noce moscata. I tortellini, secondo la tradizione bolognese, vanno cotti e mangiati rigorosamente in un buon brodo di carne di cappone o di gallina.
La pasta ripiena presenta in ltaiia ricette che variano da regione a regione e da zona a zona.
Così a Parma, per esempio, i tortellini si chiamano anolini e i ravioli sono detti tortelli, mentre i tortellini bolognesi a Ferrara si chiamano cappelletti e a Mantova diventano agnolini'.
La forma tonda o quadrata dei panciuti agnolotti piemontesi', fuori dalla sua terra prende i nomi più diversi: ravioli, tortelli e tortellini, e via dicendo. Risultando perciò impossibile elencare tutti i nomi che i vari formati hanno assunto nelle diverse regioni d'Italia (anche perché spesso la stessa pasta è nota con nomi diversi nel raggio di pochi chilometri) vi elenco qui di seguito quelli più comuni.


Agnolotti

Di forma prevalentemente quadrata, vengono preparati soprattutto in Piemonte (dove, a seconda delle zone, possono essere chiamati anche agnellotti). Il ripieno è per lo più di carni miste, variamente cucinate (brasato di manzo, petto di pollo arrosto, coniglio arrosto, salsiccia e altro) alle quali si aggiunge di solito una verdura (in genere spinaci, scarola o bietole), parmigiano, noce moscata, sale e pepe. Per la preparazione, stendete l'impasto in due sfoglie, su una di esse distribuite il ripieno a mucchietti ben distanziati (servendovi di 2 cucchiai o di una tasca da pasticciere), poi appoggiate sopra l'altra sfoglia, sigillando bene la pasta attorno al ripieno;  tagliate gli agnolotti con una rotella e disponeteli su un piano infarinato.


Anolini

A forma di piccola mezzaluna, sono tipici della zona di Parma e Piacenza e vengono preparati con stracotto di manzo (o di asina) o con arrosto di maiale, pangrattato, parmigiano, uova, noce moscata, sale e pepe e si servono, secondo tradizione, in brodo rigorosamente di manzo e cappone,
o anche (soprattutto a Piacenza) asciutti con condimenti di diverso tipo. Per la preparazione, stendete la pasta sulla spianatoia e con un tagliapasta rotondo ritagliatela in tanti dischetti uguali dei diametro di 3-4 cm. Distribuite al centro di ciascun dischetto un poco di ripieno (servendovi di due cucchiai o di una tasca da pasticciere), quindi ripiegate ogni dischetto a metà, sigillando bene i bordi in modo da ottenere tante mezzelune.


Cappelletti e Cappellacci

Come indica il nome, si tratta di una pasta ripiena dalla forma particolare che richiama quella di un copricapo maschile dell'epoca medievale. Tipici dell'Emilia-Romagna e di origini antiche, i cappelletti si preparano con l'impasto di base previsto per la classica pasta all'uovo e si servono tradizionalmente in brodo di cappone o di gallina. Per prepararli, stendete la pasta sulla spianatoia e ritagliatela in tanti quadrati di circa 4 cm di lato. Su ciascuno di essi distribuite il ripieno (servendovi di due cucchiai o di una tasca da pasticciere), poi ripiegate ogni quadrato a metà in modo da ottenere tanti triangoli da premere lungo i bordi. A questo punto unite bene le due estremità, sovrapponendole leggermente e premetele per saldarle fra loro, sistemando man mano i cappelletti su un piano leggermente infarinato in modo da farli asciugare leggermente prima della cottura i cappellacci (i più noti sono quelli ferraresi ripieni di zucca) si preparano esattamente come dei grandi cappelletti, ritagliando la sfoglia in quadrati di 7-8 cm di lato.


Casonseì

Con questo termine si indicano due tipi di pasta ripiena, dalla forma particolare: una tipica della zona di Brescia, preparat con salsiccia, pane, uova e formaggio, e una propria della vai Camonica, farcita con patate, salsiccia, mortadella, bietole, uova , parmigiano, pangrattato. Con il termine di casunziei, inoltre, si confeziona nella zona di Cortina d'Ampezzo una pasta ripiena a base di barbabietole, ricotta, pangrattato e semi di papavero. Per prepararli, stendete la pasta e ritagliatela in tanti dischetti di 5 cm di diametro; distribuite al centro il ripieno (servendovi di due cucchiai o di una tasca da pasticciere), e ripiegatevi sopra i bordi pizzicandoli. Tirate quindi leggermente le estremità verso il basso, poi unitele sovrapponendole; ripiegate infine sopra le estremità alternandole in modo da formare altre due piegoline.


Fagottini

Per prepararli, stendete l'impasto e ritagliatevi tanti quadrati di 6-7 cm di lato (o tanti dischi di 8 cm di diametro). Mettete al centro di ogni quadrato, o di disco di pasta, un poco di ripieno (servendovi di due cucchiai o di una tasca da pasticciere) e richiudeteli a fagottino, raccogliendo le punte dei quadrati, o i bordi dei dischi di pasta al centro e pizzicandoli con le dita in modo da sigillarli.


Mezzelune

Per prepararle, stendete la pasta sulla spianatoia in una sfoglia sottile e, con l'ausilio di un tagliapasta rotondo (a bordi lisci o scanalati) dei diametro di 7-8 cm, ritagliatevi tanti dischi di pasta. Al centro di ciascun disco mettete un poco di ripieno,(servendovi di due cucchiai o di una tasca da pasticciere), quindi ripiegatevi sopra i bordi ottenendo le mezzelune, premendo con le dita attorno al ripieno per sigillarle.


Ravioli

Con questo termine si indica una pasta ripiena in generale, che può essere preparata con diverse forme: quadrata o rettangolare come i tortelli e gli agnolotti, raccolta come i cappellacci, o anche  a mezzaluna e a triangolo, a piacere. In alcune regioni i ravioli sono ripieni di ricotta, con o senza verdura (a eccezione dei Trentino-Alto Adige, dove  il ripieno è a base di carne), mentre in Liguria (dove "raviolo' è il nome della pasta ripiena per eccellenza) sono ripieni sia di carne, sia di magro.




Tortelli e tortelloni

Come per i ravioli, anche il termine "tortelIo" indica genericamente alcuni tipi di pasta ripiena, di norma di forma quadrata o rettangolare. Generalmente di magro, con farcia di ricotta e spinaci o bietole, presentano comunque infinite varietà di ripieno. Si preparano come gli agnolotti, stendendo l'impasto in due sfoglie, distribuendo su una di esse il ripieno a mucchietti ben distanziati (servendovi di due cucchiai o di una tasca da pasticciere) e appoggiandovi sopra l'altra sfoglia, sigillando bene la pasta attorno al ripieno; infine, si tagliano in quadrati o in rettangoli con una rotella, liscia o scanalata. I tortelloni si preparano con mucchietti di ripieno più grandi e ritagliando poi i tortelli in quadrati di dimensione maggiore.

LA CHICCA













venerdì 9 marzo 2012

Lu Chef in.... Prove di chimica

 Nel corso dei secoli la cucina ha sviluppato una serie di regole empiriche per miscelare i sapori e ottenere combinazioni gradevoli: ad esempio aspro e dolce vanno spesso bene insieme
mentre amaro e salato no. Per gli aromi invece regole generali simili non ci sono, perché non pare esistano degli “aromi fondamentali”. Fino ad ora erano solo l’esperienza e la sensibilità
di un cuoco, unita ad una buona dose di curiosità e di fantasia, che potevano portare a comporre ricette gustose accostando ingredienti caratterizzati da aromi diversi.
Il famoso Chef Heston Blumenthal ad esempio, ha recentemente creato varie ricette accostando ingredienti insoliti: caviale e cioccolato bianco, ad esempio, o banane e prezzemolo,
oppure salmone e liquirizia. Recentemente è stata avanzata una ipotesi sul perché alcuni accoppiamenti di ingredienti, anche inusuali, risultino di gusto gradevole. Nel 1999, ad uno dei congressi di Gastronomia  Molecolare che si tengono a Erice, il chimico François Benzi, della Firmenich, azienda di Ginevra leader nella produzione di aromi ed essenze, passeggiando in giardino sentì l’odore del gelsomino. L’aroma di questa pianta contiene indolo, una sostanza aromatica contenente azoto. Benzi sapeva che l’indolo è anche contenuto nell’aroma del fegato di maiale e suggerì ai cuochi presenti di provare la combinazione.
Tempo dopo Blumenthal, per tentativi, trovò un accoppiamento che funzionava sorprendentemente bene: caviale e cioccolato bianco. Ricordandosi dell’incontro con Benzi, si rivolse al  chimico della Firmenich chiedendo il motivo del sorprendente accordo tra questi due ingredienti.
Dopo alcune analisi risultò che i profili degli aromi dei due ingredienti, formati da decine di molecole diverse, ne avevano molte in  comune. Venne subito formulata l’ipotesi che “se due ingredienti condividono, nei profili aromatici, una o più molecole, possono dare luogo ad una combinazione piacevole”.
Blumenthal, utilizzando un database contenente un elenco delle sostanze chimiche presenti negli aromi di molti alimenti, ha scoperto altri accostamenti notevoli: kiwi e ostriche,  ad esempio, condividono il 40% delle molecole che compongono il loro aroma, specialmente molecole che i chimici chiamano trimetilammine.
Questa teoria fornisce una base scientifica anche ad alcune ricette tradizionali italiane contenenti cacao: la coda alla vaccinara ad esempio, ricetta tradizionale romana, o il cinghiale  in dolce-forte, citato anche dall’Artusi. A quanto pare il cacao e la carne cotta condividono molte molecole della famiglia dei furanoni e delle pirazine.


Alberi aromatici

Se volete sperimentare anche voi con combinazioni inusuali, potete visitare il sito www.foodpairing.be, dove potrete scoprire quali ingredienti si potrebbero sposare bene secondo questa teoria.
Analizzando i profili aromatici di molti alimenti è possibile classificarli e costruire degli “alberi” (simili agli alberi filogenetici utilizzati in biologia) che indicano quanto vicini o lontani  sono due alimenti dal punto di vista gustativo. Osservate ad esempio l’albero che parte del cioccolato (sempre tratto dal sito foodpairing.be): possiamo osservare che l’albero riproduce correttamente alcuni accostamenti “classici”: fragole e cioccolato, oppure arance e cioccolato, o il grande classico caffè e cioccolato, carne e cioccolato, ma troviamo anche degli accostamenti inaspettati: con il cavolfiore ad esempio o il parmigiano.
Cercando un po’ tra i vari alberi aromatici, si ritrovano alcuni degli accostamenti scovati da Blumenthal: banana e prezzemolo ad esempio.
Alcuni di questi accostamenti sono già stati messi alla prova, e i risultati sono stati postati sul miglior blog di Gastronomia Molecolare sulla piazza: blog.khymos.org.

Aglio cioccolato e caffè
Banana e prezzemolo
Fragole e coriandolo
Menta e senape
Carne e cioccolato
Mela e lavanda
Cavolfiore caramellizzato e cacao
Caviale e cioccolato bianco
Parmigiano e tagliatelle al cioccolato
Ananas e blu cheese

Esempio di albero aromatico o gustativo


Una triade insospettata

Gli alberi gustativi possono essere utilizzati anche per combinare tra loro due alimenti apparentemente inconciliabili: aglio e cioccolato ad esempio. Conciliare questi due sembra una  mission impossible vero? Ma ecco arrivare in soccorso l’Ethan Hunt della situazione: il caffè. Questo, avendo degli aromi comuni sia con l’aglio che con il cioccolato, dovrebbe riuscire a rendere possibile il matrimonio  “impossibile” tra aglio e cioccolato. Potete leggere sul blog khymos i risultati.
Mi preme ricordare che la teoria che vi ho presentato è, allo stato delle conoscenze, solo un' ipotesi di lavoro, che ha bisogno ancora di molti studi per essere perfezionata. Sicuramente non pretende di spiegare tutti i buoni accostamenti, e sicuramente non tutti gli accoppiamenti suggeriti sono gradevoli: per migliorare la teoria dovremo aspettare di capire meglio come funzionano i recettori olfattivi.
Vi invito comunque a provare qualche nuovo accoppiamento, ricordando però che non basta mescolare gli ingredienti per ottenere una buona ricetta. La sensibilità e l’esperienza del
cuoco sono sempre necessarie. Solo che ora possono procedere non per tentativi ma con un principio guida basato sulla chimica.



I cinque sapori fomdamentali


Il salato

L'ingrediente più comune a stimolare la percezione del salato è il comune sale da cucina; l
a stessa sensazione può però essere stimolata da qualsiasi sale di sodio, ad esempio l'acetato di sodio seppure meno intensamente. Il salato viene anche stimolato da altri sali non
contenenti sodio, rimpiazzato da potassio o litio, che tuttavia possono essere tossici per il metabolismo umano e inducono anche una percettibile sensazione di amaro.
Il gusto salato interferisce con la percezione del dolce e dell'amaro.
Per quanto riguarda l'interferenza con il dolce, il sale ne amplifica l'intensità finché è a bassa concentrazione. Più in generale una soluzione salata a bassa concentrazione viene percepita
come dolce anche in assenza di dolcificante. Una semplice soluzione di sale da cucina in acqua, questa rimane insapore per una concentrazione inferiore a 0,009 M e viene poi percepita
progressivamente sempre più dolce fino a 0,030 M. Per concentrazioni comprese tra 0,030 M e 0,040 M il sapore è misto dolce-salato per diventare poi salato puro sopra 0,040 M.
Al contrario, l'interferenza con l'amaro è di tipo distruttivo: un piccola concentrazione di sale può diminuire drasticamente la percezione dell'amaro.
Infine il salato viene parzialmente smorzato dalla piperina, sostanza responsabile della sensazione piccante propria del pepe.


Il dolce 

Quasi universalmente considerato una sensazione piacevole. I cibi ricchi di carboidrati semplici, come gli zuccheri, sono normalmente
associati alla dolcezza. Esistono anche alcune molecole di origine naturale o di invenzione umana che vengono percepite come dolci a concentrazioni molto inferiori e possono essere
utilizzate come dolcificanti ipo-calorici. Infine, alcune sostanze, pur non attivando direttamente i recettori del dolce possono modificarne la percezione.
La sensibilità chimica della percezione del dolce, che varia per individui e specie, è stata compresa solo in tempi recenti. Il modello teorico correntemente accettato coinvolge molteplici
siti di legame tra i recettori e la sostanza dolce.
Alcuni studi indicano che la sensibilità agli zuccheri e al dolce abbia radici evoluzionistiche molto antiche, già presenti come chemiotassi persino nei batteri mobili quali l'Escherichia
coli. I neonati dimostrano di preferire i cibi ad alta concentrazione di zuccheri e, in particolare, preferiscono le soluzione più dolci del lattosio, lo zucchero che si trova nel latte materno.
La soglia di percezione per il dolce è la più alta tra i gusti fondamentali, venendo attivata a circa 1 parte su 200 di zucchero in soluzione. Per confronto, l'amaro, che ha la soglia di
sensibilità più bassa, viene già percepito per 1 parte su 2 milioni di chinino in soluzione.


L' amaro

Viene percepito dai bottoni gustativi che si trovano sulle papille della lingua e di altre parti della bocca. Viene stimolato, a varie intensità, da una moltespecie chimiche differenti. La sua intensità viene misurata su una scala arbitraria che prende il chinino come riferimento.

L' aspro o acido

Viene stimolato dalla presenza di ioni positivi tipica delle soluzioni acide.

L'umami

In lingua giapponese significa "saporito" e indica per la precisione il sapore di glutammato, che è particolarmente presente in cibi come la carne, il formaggio ed altri alimenti ricchi di proteine.
Come gli altri recettori del dolce e dell'amaro, l'umami viene riconosciuto principalmente da recettori associati a proteine G






















martedì 6 marzo 2012

lunedì 5 marzo 2012

Marzo, tempo di asparagi


In tante città, dire primavera in tavola vuol dire asparagi.
L’Asparago è un ortaggio prelibato, vanto della terra italiana e siccome a me piacciono particolarmente ho deciso di proporvi un piccolo menù solo a base di aspharagos.


Antipasto

Crostata Agli Asparagi

Ingredienti per 6 persone

350g di punte di asparagi in scatola, 30 cl di brodo di pollo, 25 cl di panna, 75g di formaggio groviera grattugiato
25g di formaggio parmigiano grattugiato, 3 uova, 1 fondo di pasta brisée (diametro 22 cm), 1 pizzico di noce moscata, sale e pepe.

Preparazione
Scaldate il forno a 200 gradi.
Cuocete il fondo di pasta per quindici minuti.
Sgocciolate intanto le punte di asparagi e sciacquatele sotto l'acqua corrente. Tagliatene le estremità in modo da poterle facilmente al lineare sul fondo della pasta a raggi e per traverso.
Intiepidite il brodo in una casseruola larga. Metteteci gli asparagi e scaldateli a fuoco dolce per otto-dieci minuti senza farli bollire. Scolateli con cura e appoggiateli su un canovaccio pulito piegato a metà.  Togliete la pasta dal forno senza spegnerlo.  Mescolate groviera e parmigiano.
Coprite il fondo della pasta con i due terzi del formaggio.  Mettete le punte di asparagi sul formaggio in sequenza regolare.  Rompete le uova in una terrina; sbattetele leggermente.  Unite la panna, salate, pepate, aggiungete la noce moscata.  Versate con delicatezza il composto sugli asparagi e cospargete con il resto del formaggio.  Mettete la crostata in forno e fate cuocere da quindici a venti minuti, fino a quando le uova si saranno rapprese.  Togliete la crostata dal forno, accendete il grill, mettetela a mezza altezza e fatela dorare. La superficie deve essere leggermente gonfia.


Primo piatto

Zuppa Di Asparagi e Farro

Ingredienti per 4 persone

1 Cipolla Tritata, 1 Carota A Dadini, 2 Gambi di Sedano Tritato Finissimo, Prezzemolo Tritato Basilico Tritato, 150 G Farro, Sale, Pepe e Peperoncino, 2 Foglie di Alloro, 500 g di Asparagi
2 Patate Tagliate A Pezzetti, Olio D'oliva, Formaggio Parmigiano Grattugiato.

Preparazione
Ricetta molto diffusa in Veneto, dove vengono cucinati gli asparagi bianchi. E' comunque ottima anche con quelli verdi. Rosolare in padella una cipolla tritata, una carota a dadini, due gambi di sedano tritati finissimi, prezzemolo e basilico tritati, unire 150 g di farro e coprire di acqua abbondante; insaporire con sale, pepe, peperoncino e due foglie di alloro. Mentre il brodo ribolle, pulire circa 500 g di asparagi e tagliarli a pezzetti; aggiungere alla zuppa ancora due patate tagliate a pezzetti ed infine gli asparagi. Continuare la cottura per circa un'ora. Si serve in tavola con un filo d'olio d'oliva e parmigiano grattugiato per ogni commensale.


Secondo piatto

Arrotolato di vitello agli asparagi

Ingredienti per 4 persone:

Una larga fetta di fesa di vitello di circa 600 gr, 2 uova, 200 gr di punte di asparagi, 1 carota, 1 gambo di sedano, 1 cipolla, 30 gr di burro, un bicchiere scarso di latte, brodo di dado, sale e pepe.

Preparazione:
Sbattete le uova con una presa di sale e una di pepe e con questo composto preparate una frittatina larga e sottile. Sbollentate gli asparagi e scolateli. Salate leggermente la fesa e stendetevi sopra la frittatina e poi gli asparagi. Arrotolate la carne e legatela con spago da cucina. Mondate e tritate il sedano, la carota e la cipolla e fatele appassire in una casseruola con il burro, poi unitevi la carne. Salate pepete, fate rosolare l'arrosto da tutte le parti e bagnatelo con il latte. Unite un paio di mestoli di brodo caldo, portateli ad ebollizione, abbassate la fiamma, coprite e cuocete per circa un'ora unendo altro brodo caldo se necessario. Terminate la cottura e servite l'arrotolato affettato.


Contorno

Asparagi All'arancia

Ingredienti per 4 persone

1000 g di Asparagi, Maionese Di 2 Uova, 1 Cucchiaino di Senape, 1/2 Arancia,Sale.

Preparazione
Mondate e lavate gli asparagi, lessateli per un quarto d'ora in acqua bollente salata. Scolateli e disponeteli sul piatto da portata. Fate la maionese, insaporitela con la senape e il succo d'arancia filtrato al colino, distribuitene alcuni cucchiai sulle punte degli asparagi, versate il resto in salsiera e servite a tavola. Se piace si può aggiungere alla salsa un poco di buccia d'arancia tagliata a filetti sottilissimi.







domenica 4 marzo 2012

Cheesecake a Go Gò


Si dice che la Cheesecake abbia avuto origine in Grecia. Gli storici ritengono che la cheesecake sia stata servita agli atleti durante i primi Giochi Olimpici nel 776 a.c. , anche se altri storici sostengono che questo dolce di formaggio risalga anche al 2.000 a.c. Alan Davidson, autore di "Oxford Companion to Food", ha scritto che, "nel De re rustica del 200 a. c. Marco Porzio Catone abbia descritto la sua libum (torta) di formaggio, con procedimenti molto simili alla moderna cheesecake".
I Romani hanno poi diffuso la cheesecake dalla Grecia a tutta l'Europa. Secoli dopo la cheesecake apparve in America, grazie agli spostamenti degli immigrati.
Fresco dolce estivo, la cheese cake è dunque diventato il dolce tipico di New York, a base di biscotti sbriciolati e formaggio spalmabile  tipo Philadelphia. Le varianti al mondo di questa fresca ricetta estiva sono molte.
In alcuni paesi si usa al posto del Philadelphia anche il: Neufchâtel cottage formaggio (Francia), la ricotta e il mascarpone, versione detta "alla romana, o all'italiana".
In Grecia si usa comunemente il formaggio Mizithra. La versione svedese differisce notevolmente ed è prodotta con l'aggiunta di caglio di latte e poi cotta in un forno e servita calda, chiamata "ostkaka".
La cheese cake Canadese di Vancouver è fatta senza crosta, principalmente di vaniglia e cioccolato e spesso servita con frutta fresca.
Nel Regno Unito, Australia e Nuova Zelanda è in genere una cheesecake a freddo che non è nè dolce nè cotta al forno. E' fatta con i biscotti sbriciolati digestive misti con burro e pressati in un piatto per formare una strato di base. La copertura è costituita da una miscela di latte, zucchero, formaggio, panna e, talvolta, la gelatina.
In Germania la cheesecake (Käsekuchen, Quarkkuchen, Matzkuchen) è a base di formaggio Quark.
La versione olandese/belga è tipicamente agrodolce insaporita con cioccolato fuso, la base è fatta con i tipici biscotti speculaas.
La cheese cake asiatica è a base di mango.


Cheesecake di fragole e ciliege al profumo di rose

Ingredienti
300 g di frollini sbriciolati
120 g di burro fuso
200 ml di panna fresca
170 g di Philadelphia Yo
250 g di ricotta
8 g di gelatina in fogli
6 cucchiai di marmellata ai petali di rose e more
2 cucchiai rasi di zucchero
350 g di fragole e ciliegie
5 g di gelatina in fogli
1 cucchiaio di zucchero

Preparazione
1. Incorporare ai frollini sbriciolati il burro fuso ed amalgamare bene, versarli dentro una tortiera ricoperta di carta forno e con l'aiuto di un cucchiaio compattare bene la base di biscotto.
2. Intanto in una bulle impastare la ricotta, Philadelphia, la marmellata di rose (fatta con 200g di petali di rosa, 400g di acqua, 1 mela, succo di limone e 100g di mirtilli frullati), la colla di pesce sciolta in poca panna calda ed infine la restante panna montata. Versare il composto nella tortiera.
3. Preparare il gelè frullando la metà della frutta e la restante tagliarla a piccoli pezzetti. Alla frutta frullata aggiungere lo zucchero e mettere sul fuoco, una volta caldo aggiungere la colla di pesce. Quando la colla di pesce sarà sciolta aggiungere anche la frutta messa da parte e lasciare intiepidire. Versare poi il gelè nella tortiera e lasciare in frigo il tempo necessario.


New York Cheesecake con Philadelphia al Milka

Ingredienti
150 g di biscotti integrali
125 g di burro
700 g di Philadelphia con Milka
50 g di zucchero
2 cucchiai di farina
1 presa di sale
3 uova

Preparazione
1. Portare il forno a 200° C (ventilazione). Mettere i biscotti in un sacchetto per congelare. Chiudere il sacchetto e sminuzzare i biscotti con un matterello o con le mani. Fondere il burro, mescolarlo con i biscotti. Rivestire una tortiera con carta da forno e versarvi i biscotti, premendoli sul fondo.
2. Mescolare con uno sbattitore elettrico a bassa velocità Philadelphia con Milka, lo zucchero, la farina e 1 presa di sale, aggiungendovi le uova una alla volta.
3. Imburrare leggermente il bordo della tortiera. Versare il composto nella tortiera e livellare la superficie. Cuocere per 10 minuti in forno a 200°, quindi ridurre la temperatura a 90° e continuare la cottura per altri 25 minuti. Spegnere il forno, aprire leggermente lo sportello e fare raffreddare il Cheesecake nel forno per 1 ora.
4. Fare raffreddare il Cheesecake in frigorifero per 5 ore o lasciarvelo per una notte.


Cheesecake al limone con frutta

Ingredienti
250 g di  Philadelphia Classico in panetto
100 g di  biscotti digestive
1 dl di  panna fresca da montare
80 g di  zucchero
7 g di  gelatina
1 limone non trattato
40 g di  burro
frutta mista a piacere per servire

Preparazione
1. Sciogliete il burro su fiamma bassissima, frullate i biscotti nel mixer e versate a filo il burro sciolto fino ad ottenere un composto omogeneo. Compattatelo sul fondo di uno stampo a cerniera del diametro di 16 centimetri, rivestito con carta da forno, e conservatelo in frigo.
2. Mescolate Philadelphia Classico con la scorza grattugiata ed il succo di limone e lo zucchero. Ammorbidite la gelatina in acqua fredda, scolatela, scioglietela in un pentolino su fiamma bassissima ed amalgamatela con la crema preparata. Montate la panna ed amalgamatela con il composto precedente e versate il tutto nello stampo preparato.
3. Lasciate riposare il frigo per almeno 6 ore, levate il dolce dallo stampo e servitelo con la frutta pulita e tagliata a pezzetti.


Cheese-cake ai frutti di bosco

Ingredienti
250 g di Philadelphia Classico in vaschetta
250 g di frutti di bosco misti tra fragoline, mirtilli, ribes rosso
200 g di lamponi
200 g di frollini al cioccolato
100 g di zucchero al velo
80 g di burro
15 g di gelatina in fogli
2 dl di panna fresca da montare
1 baccello di vaniglia
1 limone

Preparazione
1. Tagliate il burro a dadini, scioglietelo su fiamma bassissima, spezzettate i frollini, tritateli nel mixer e, con l'apparecchio in movimento, versate a filo il burro sciolto. Versate il composto ottenuto sul fondo di uno stampo rotondo a cerniera di 16 cm di diametro foderato con carta da forno, compattatelo con il dorso di un cucchiaio e raffreddatelo in frigorifero per 15 minuti.
2. Ammorbidite la gelatina in acqua fredda, versate mezzo dl di panna in un pentolino, scaldatelo su fiamma bassa, unite la gelatina sgocciolata e strizzata e mescolate fino a che si è sciolta. Incidete il baccello di vaniglia nel senso della lunghezza, prelevate i semini con l'aiuto di un cucchiaino e mescolateli in una ciotola con Philadelphia Classico e con 80 g di zucchero a velo, fino ad ottenere un composto soffice e cremoso.
3. Montate la panna rimasta, amalgamate la gelatina al composto precedente, unite la panna mescolando con movimento dal basso verso l'alto per non smontarla e versate il tutto sopra la base di biscotti. Lasciate solidificare il cheese-cake in frigorifero per almeno 4 ore, toglietelo dallo stampo e completatelo con i lamponi frullati con lo zucchero al velo rimasto e con il succo di mezzo limone, e con i frutti di bosco lavati e asciugati.


Cheese cake con lamponi

Questa è la versione "cotta" del famoso dolce americano: la base di biscotti e burro e la farcitura di Philadelphia, uova e zucchero rimangono invariati anche nella versione estiva a freddo, che non prevede la cottura

Ingredienti
400 g di Philadelphia Classico in vaschetta
300 g di lamponi freschi
300 g di biscotti secchi
150 g di burro
1.5 dl di latte
275 g di zucchero
8 amaretti
2 cucchiai di farina
3 uova
2 dl di panna

Preparazione
1. Rivestire uno stampo rettangolare a fondo mobile con carta da forno. Passare i biscotti al mixer con il burro morbido e distribuire uniformemente il composto ottenuto sul fondo dello stampo, premerlo bene e mettere lo stampo in frigorifero.
2. Con le fruste elettriche lavorare 350 g di Philadelphia con 150 g di zucchero, unire la farina e uno dopo l’altro le uova, infine aggiungere il latte. Montare la panna e incorporarla delicatamente al composto preparato quindi versarlo nello stampo, metterlo in forno a 180 ° C e cuocere il dolce per 50 minuti. Poi togliere lo stampo dal forno e fare intiepidire il cheese cake e metterlo a raffreddare in frigorifero per 2 ore.
3. Poco prima di servire, sbriciolare grossolanamente gli amaretti; mettere lo zucchero rimasto in una padella con fondo spesso, aggiungere 1 cucchiaio di acqua e riscaldare a fuoco basso fino ad ottenere un caramello molto chiaro, aggiungere il rimanente Philadelphia e gli amaretti sbriciolati. Mescolare bene e togliere dal fuoco.
4. Sformare il cheese cake dalla tortiera e sistemarlo su un piatto da torta, versarvi sopra gli amaretti caramellati e decorare con i lamponi.


Cheesecake alle mandorle e albicocche

Ingredienti
200 g di  Philadelphia Classico in vaschetta
50 g di  biscotti digestive
25 g di  burro
2 uova
50 g di  zucchero
20 g di  farina
150 g di  albicocche in scatola al naturale
70 g di  crème fraiche
10 g di  mandorle a lamelle

Preparazione
1. Sciogliete il burro in un pentolino su fiamma bassissima e frullatelo nel mixer con i biscotti. Trasferite il composto in uno stampo a cerniera del diametro di 16 centimetri rivestito con carta da forno e compattatelo con il dorso di un cucchiaio.
2. Separate i tuorli dagli albumi, mescolate i primi con Philadelphia Classico e lo zucchero, unite la farina setacciata, la creme fraiche e le albicocche frullate nel mixer e mescolate.
3. Montate a neve gli albumi ed amalgamateli con il composto precedente, versate l'impasto nello stampo preparato, cospargete la superficie con le mandorle a lamelle e cuocete il cheesecake in forno preriscaldato a 160° per circa un'ora. Lasciatelo raffreddare, trasferite il dolce in frigo per circa un'ora, sformatelo e servite.


Cheese-cake al cocco 

Ingredienti
250 g di Philadelphia Classico in vaschetta
150 g di panna fresca
120 g di biscotti secchi
120 g di zucchero
80 g di burro
50 g di cocco essiccato grattugiato 
15 g di gelatina in fogli 
8 alchechengi
2 tuorli d'uovo
2 cucchiai di brandy

Preparazione
1. Passate al mixer i biscotti in modo da ridurli in polvere, quindi unitevi 60 g di zucchero, il burro morbido e lavorate bene il composto con un cucchiaio di legno. Mettete a bagno i fogli di gelatina in acqua fredda. Foderate il fondo di uno stampo a cerniera di 15 cm di diametro con carta da forno, distribuite sul fondo il composto di biscotti, livellatelo bene premendo con le dita e mettete in frigorifero. 
2. Lavorate i tuorli con lo zucchero rimasto finché otterrete una crema spumosa, poi unitevi Philadelphia Classico e 40 g di cocco, mescolando bene in modo da ottenere un composto liscio. Dopodiché strizzate i fogli di gelatina, fateli sciogliere in una casseruolina con il brandy e incorporateli alla crema preparata. Montate quindi leggermente la panna, unitela alla crema preparata, mescolando delicatamente, e versatela nello stampo sul composto di biscotti. 
3. Spolverizzate la superficie del cheese-cake con il cocco rimasto e rimettete lo stampo in frigorifero per almeno 3 ore. Poco prima di servire, immergete lo stampo in poca acqua calda per un istante, sganciate il cerchio, trasferite il cheese-cake su un piatto da portata e decoratelo con gli alchechengi. 


Cheese-cake agli agrumi 

Ingredienti
250 g di Philadelphia Yo (o Classico)
150 g di biscotti secchi Oro Saiwa
60 g di burro
2 uova
150 g di zucchero
1 arancia
1 lime biologico
1 limone non trattati
1 pompelmo rosa
1 cucchiaio di miele di acacia
1 pizzico di cannella in polvere
1 pizzico di sale

Preparazione
1. Sciogliete il burro in un pentolino o nel microonde, tritate i biscotti nel mixer e con l'apparecchio in movimento, versate a filo il burro. Compattate il composto sul fondo ed i bordi di uno stampo a cerniera di 16 centimetri di diametro e trasferitelo per 30 minuti in frigo. 
2. Separate i tuorli dagli albumi e montate a lungo i primi con lo zucchero; unitevi PHILADELPHIA YO e le scorze grattugiate di un limone, di un lime e di un'arancia e mescolateli con una frusta fino a ottenere una crema liscia e omogenea. Montate a neve gli albumi con un pizzico di sale, amalgamateli al composto precedente e versate il tutto nello stampo preparato. 
3. Cuocete il cheese cake in forno preriscaldato a 160 °C per circa 45 minuti e lasciatelo raffreddare. Servitelo freddo, tagliato a fette, con pompelmo e arancia pelati al vivo, tagliati a dadini e conditi con miele e cannella. 


Cheese cake di cioccolato al forno 

Ingredienti
200 g di  Philadelphia Classico in vaschetta 
60 g di  biscotti digestive
30 g di burro
2 uova
1 dl di  panna acida
50 g di  zucchero
10 g di  farina
15 g di  cacao amaro in polvere
50 g di  cioccolato fondente
fragole per accompagnare

Preparazione
1. Sciogliete il burro in un pentolino su fiamma bassissima, tritate i biscotti nel mixer e, con l'apparecchio in movimento, versate il burro a filo. Compattate il composto ottenuto sul fondo di uno stampo a cerniera del diametro di 16 centimetri, rivestito con carta oleata e passate lo stampo in frigo.  
2. Tritate 40 g di cioccolato fondente e scioglietelo a bagnomaria. Montate Philadelphia Classico con lo zucchero fino ad ottenere una crema omogenea. Unite la panna acida, le uova, la farina setacciata con il cacao, il cioccolato sciolto ed il cioccolato rimasto tritato non troppo finemente ed amalgamate gli ingredienti.  
3. Versate l'impasto nello stampo preparato e cuocete il cheesecake in forno preriscaldato a 160° per 45 minuti. Lasciatelo raffreddare e spolverizzatelo a piacere con poco cacao. 


Cheesecake alle ciliegie 

Ingredienti
200 g di Philadelphia Classico in vaschetta
1 base di pandispagna
250 g di ciliegie
125 g di yogurt intero naturale
100 g di zucchero al velo
150 ml di panna da montare
15 g di gelatina in fogli
100 ml di succo di albicocche

Preparazione
1. Lavorate Philadelphia con lo zucchero a velo, quindi incorporatevi lo yogurt, la gelatina ammollata e sciolta nel latte, infine la panna montata. 
2. Mettete il pandispagna sul fondo di una tortiera apribile da 20 cm di diametro, foderata con carta da forno e spennellatelo con il succo di albicocca 
3. Versate la crema di Philadelphia sulla base, quindi distribuite sulla superficie le ciliegie snocciolate. 
4. Fate raffreddare in frigorifero per almeno 3 ore prima di servire. 


Cheesecake ai mirtilli 

Ingredienti
400 g di Philadelphia Classico in vaschetta
3 uova
100 g di zucchero
80 g di biscotti secchi
50 g di burro
150 g di mirtilli
1 cucchiaino di cacao
0.5 bustina di vanillina

Preparazione
1. Tritate nel mixer i biscotti con il cacao e incorporatevi il burro fuso; distribuite il composto bricioloso sul fondo e sui bordi di uno stampo da 22 cm rivestito di carta forno, premendo bene col dorso di un cucchiaio. Mettete lo stampo in freezer. 
2. Lavorate le uova con lo zucchero e la vanillina, poi unite Philadelphia e amalgamate bene; versate nello stampo, distribuite i mirtilli uniformemente sulla superficie e infornate a 160 °C per 30 minuti. 
3. Lasciate raffreddare prima di servire.