lunedì 3 settembre 2012

Oggi roba seria , anzi serissima


"Chi sei? Dietro la porta so che ci sei! Ti riconosco dai passi tuoi! Non dire il nome, non dire che vuoi! So già......chi sei!!!
Questo era l'inizio di una canzone di Renato Zero, forse del 1978, che mi è tornata in mente quando oggi pomeriggio ho sentito bussare alla " porta ", io già lo sapevo già che era il mio Ghost writer che mi diceva :  "post ?"
Ho pensato solo ad una cosa: " Ma sono le cinque del pomeriggio cazzarola!!!":-)
Vabbè comunque vi volevo perlare di un articolo che ho letto un po' di tempo fa sul sito accademiaitalianacucina.it (del Prof. Giovanni Ballarini, accademico nella Delegazione di Parma dell’Accademia Italiana della Cucina dal 1986)  e che parlava dell' analfabetismo gastronomico, con cui mi sono trovato molto daccordo e che cercava di illustrare la strana dicotomia che caratterizza l’attuale cucina e soprattutto la gastronomia italiana. Mi spiego.
 Da una parte assistiamo all’indiscutibile successo dei grandi cuochi italiani che stanno portando la nostra cucina di qualità in tutto il mondo.
Da un’altra parte vi è una dilagante espansione di un analfabetismo funzionale di tipo gastronomico, al quale è necessario fare attenzione.
La straripante diffusione di libri, articoli e trasmissioni televisive dedicati alla cucina non ci deve far illudere  e men che meno dimenticare, dell’esistenza e del continuo espandersi nella popolazione  italiana, dell’analfabetismo culinario e gastronomico, che è dovuto in parte all’analfabetismo funzionale il quale in Italia riguarda ben oltre la metà della popolazione, che ha difficoltà di comprendere un testo scritto con un discorso compiuto per il quale si richiede una sia pur minima riflessione ed interpretazione ( però disintegrano le scuole e le università pubbliche, vabbè questo è un mio pensiero e non centra niente ). Una condizione poco nota ai più, ma che spiega il successo della comunicazione non scritta, per immagini fisse e soprattutto mobili, o nella quale lo scritto è ridotto al minimo: semplici frasi e non discorsi. Un analfabetismo funzionale di tipo culinario gastronomico in continua ascesa e del quale è corresponsabile anche l’espandersi di trasmissioni o video sui mezzi di comunicazione visivi.
All’inizio la televisione ha insegnato a leggere e a scrivere con "Non è mai troppo tardi", del maestro Alberto Manzi. (E' stato un insegnante, personaggio televisivo e scrittore italiano, fu scelto per presentare il suddetto programma, che lo rese conosciutissimo e che fu concepito come strumento di ausilio nella lotta all'analfabetismo. Il programma riproduceva in televisione delle vere e proprie lezioni di scuola primaria, con metodologie didattiche per l'epoca rivoluzionarie, dinanzi a classi composte di adulti, appunto analfabeti.)
In seguito ha comunicato la buona cucina con Mario Soldati .(E'stato uno scrittore, giornalista, regista cinematografico, sceneggiatore e autore televisivo italiano. Nel 1956, a due anni dalla nascita della televisione italiana, Soldati inventa il 'reportage enogastronomico' è infatti l'ideatore, regista e
conduttore dell'inchiesta televisiva: Viaggio lungo la Valle del Po alla ricera dei cibi genuini una delle trasmissioni più originali della TV degli inizi, considerata un documento d'importanza antropologica: con il Soldati del viaggio sul Po nasce in Italia la figura del giornalista enogastronomico. Proprio nel corso di quella trasmissione stabilisce un forte e duraturo legame con i luoghi del Po, dove ha ambientato, tra l'altro, tutti i Racconti del Maresciallo e con la provincia di Ferrara, nella quale si era già recato in precedenza per girare a Comacchio La donna del fiume con Sofia Loren, e con le specialità gastronomiche di quella terra. Dopo le anguille de La donna del fiume scopre la salama
da sugo della quale scriverà un famoso elogio. Con uno sguardo sempre attento all'identità italiana il suo viaggiare nel paese confluirà nel libro Vino al Vino < i tre volumi, del 1969, 1971 e 1976, verranno riuniti nel 2006 in un volume degli Oscar Mondadori > considerato da
alcuni uno dei più bei viaggi in Italia mai scritti.)
Ma ora non è più così, e al massimo, anche per la cultura gastronomica, si arriva al trito nozionismo dei giochi o di spettacoli di piazza. Un analfabetismo culturale che è ben spiegato da una celebre frase di Eugenio Montale quando affermò che “il rapporto tra alfabetismo e analfabetismo è costante, ma al giorno d’oggi gli analfabeti sanno leggere”. Una condizione che negli ultimi decenni è peggiorata, perché gli analfabeti culinari, dalle sempre più numerose nuove cattedre mediatiche televisive e dei siti informatici, insegnano agli altri quello che non sanno.
Considerando però, che la cultura nella televisione italiana, oggi come oggi scarseggia, e che il vecchio lavoro dei giornalisti lo fanno gli inviati di un tg satirico ( bravissimi ), voi mi direte in coro : " HAI SCOPERTO L'ACQUA CALDA !!! "
Eh già !!!
Bisognerebbe ricominciare per certi versi dall'inizio, cioè prima di tutto dalle scuole, dove il ruolo dei cuochi e delle cucine dovrebbe essere potenziato ( come era una volta ), non smantellato, dove ai ragazzini dovrebbero essere mostrati i cibi e dove si possono sentire gli odori di buono. D'infanzia.


Fonti: Accademiaitalianacucina.it, .Wikipedia.org, Lu Chef


Ed ora addolciamo il tutto con ........................



Il Ciambellone della nonna !!!

Ingredienti per 12 persone

3uova, 200 g di zucchero, 300 g di farina, 1 bicchiere di latte, 1/2 bicchiere di olio extra vergine d'oliva, buccia di limone grattugiato qb, 1 bustina di lievito, burro qb.

Preparazione

Accendete il forno a 175 gradi.
Mescolare con una frusta uova e zucchero, dopo di che aggiungete la farina setacciandola con un passino. Una volta che il composto è ben amalgamanto aggiungere il latte, l'olio e mescolare bene. Aggiungere un pò di buccia di limone grattugiato per dare il profumo ed imburrare lo stampo (ovviamente a forma di ciambella) per bene. Infine aggiungere il lievito ben setacciato, amalgamare molto bene, mettere nello stampo ed infonrare per 20/25 minuti.
Il ciambellone sarà pronto quando infilando uno stecchino lungo per spiedini, il legno dello stecchino è ben asciutto.
Togliere dal forno e lasciar freddare bene.
Per mantenere il vostro ciambellone morbido anche una volta iniziato, potete metterlo su un piatto coperto da un tovagliolo umido e il tutto (piatto compreso) chiuso in una bustina di plastica. Resterà come appena fatto!




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