venerdì 3 febbraio 2012

E' arrivato il freddo ed il Carnevale,... parliamo prima del Carnevale.

Il Carnevale è collocato nel calendario liturgico cristiano tra l'Epifania e le Ceneri, e in passato i giorni in cui veniva più propriamente celebrato erano concentrati tra il giovedì "grasso" e il martedì precedente le Ceneri.
Questo evento ha le sue radici storiche nella festa in onore di Saturno (Saturnalia) officiata dai romani durante lo stesso periodo dell'anno, nella quale sono confluiti antichi riti agrari purificatori e propiziatori, che segnavano il principio del nuovo ciclo stagionale.
Tra le molteplici interpretazioni che si avanzano sull'etimologia della parola "carnevale" prende una qualche consistenza quella che farebbe derivare il nome da "carnem levare", letteralmente "levare la carne", regola medievale imposta dalle autorità ecclesiastiche.
Nella cultura dell'epoca, il male si identificava con i peccati capitali che nella concezione popolare venivano esaltati un'ultima volta (carnevale), per poter essere poi eliminati dalla "purificazione" (quaresima).
In tutti i carnevali italiani e dei paesi latini, buona parte degli eccessi riguardavano il campo alimentare. La sua coincidenza con le celebrazioni di Sant'Antonio e con il rito contadino della macellazione del maiale, lo sposavano al trionfo delle ghiottonerie suine d'ogni genere. Per esempio, venivano lanciati pezzi di maiale alla folla festante sia nella "Festa della porchetta" (carnevale di Bologna del 1279 ), che nella "Cuccagna del porco" (fino al '500, periodo di nascita del carnevale romano), dove dalle finestre delle case dei Colonna arrivavano pezzi di cibo sul popolo.
In ogni carnevale erano tradizionali i carri trionfali dell'Abbondanza che portavano figure simboliche cariche di cibi a mò di ornamenti. Durante le celebrazioni si effettuavano anche recite allegoriche di grande successo, come testimoniano scritti dal Medioevo al '700, nelle quali il Carnevale in forma di fantoccio o animale veniva processato e poi condannato, prima di morire, a redigere un testamento dove il cibo era il protagonista principale.
Goethe diceva che il Carnevale non era una festa che si offriva al popolo, ma una festa che il popolo offriva a se stesso, dove il mondo si rovesciava, si sbeffeggiavano le autorità, e il servo diventava padrone e il padrone servo.
Il Carnevale delle sarabande chiassose e delle rappresentazioni corali Medioevali, diventò nel Rinascimento più scenografico e riccamente rappresentato, per giungere quasi inalterato fino a dopo la metà del ‘900.
Oggi una delle usanze gastronomiche di Carnevale, ancora viva in quasi tutte le regioni italiane, è la preparazione di dolci molto semplici di pasta fritta. Guarniti di miele o di zucchero a velo, assumono nomi diversi nelle varie aree: Tortelli o Chiacchiere (Lombardia), Cicerchiata (Puglia e Calabria), Zeppole (Veneto), Pignoccata (Sicilia), ecc.

Le castagnole


Ingredienti 

200 gr di farina, 40 gr di burro, 50 gr di zucchero, 2 uova, 1 cucchiaio di liquore all’ anice, mezza bustina di lievito in polvere per dolci, 1 pizzico di sale mezza bustina di vanillina,
la scorza di un limone, olio di semi per friggere, zucchero a velo per guarnire.

Preparazione

Su una spianatoia e versate la farina a fontana,le uova e lo zucchero. Amalgamate bene fin quando lo zucchero non si sarà sciolto.Poi incorporate il resto degli ingredienti.Iniziate con il burro a pezzetti,poi il liquore, la vanillina, il sale, la scorza grattugiata del limone e in fine versate il lievito. Lavorate tutti gli ingredienti insieme,fino ad ottenere un composto liscio e omogeneo. Formate una palla e fatelo riposare per un paio di minuti.
Formate dei cordoncini di pasta di circa 2 cm e tagliatela a forma di noccioline. Giratele nelle mani, in modo da dargli una forma rotonda.
Friggetele in abbondante olio caldo poco alla volta, a fuoco basso. Quando saliranno a galla e avranno un colorito dorato toglietele con una schiumarola. Ponetele su carta assorbente e fate raffreddare.
Quando le andrete a servire mattatele su un vassoio e spolverizzatele con zucchero a velo o zucchero semolato.

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